Giochi e serenità, solo una settimana prima del blocco

Carissimi amici e benefattori,
dalla lettera speditavi a Gennaio fino all’arrivo di questa sembra che siano passati 1000 anni di tempo e che stiamo vivendo in un altra era.

Forse é sempre stato cosi doloroso quando ci sono stati grossi cambiamenti. Da lontano ho seguito le grandi tragedie che avete dovuto affrontare per la perdita di tanti cari. La mia gente qui mi diceva “Se ci sono cosi’ tanti morti in un paese progredito come l’Italia ,cosa succederà se questa
malattia dovesse arrivare in Bangladesh?“.

Pian pianino il virus e’ arrivato anche qui. Erano completamente impreparati, con la quasi certezza che qui il virus non sarebbe mai arrivato. Alla fine, il 17 marzo il governo ha dichiarato la chiusura di tutto: uffici, tribunali, scuole, mezzi di trasporto, moschee e naturalmente chiese. Con molto dispiacere ho dovuto mandare a casa tutti i ragazzi e le ragazze dell’ostello. Quando li rivedrò?
Naturalmente la chiusura non è come da voi. Basta dire che la casa qui è fatta solo per dormirci di notte e di giorno tutta la vita è fuori.

Il lavoro non è potuto rimanere fermo perché in questi mesi maturava il riso e non si poteva lasciarlo marcire. Nei villaggi fino adesso si sono salvati per via della agricoltura , ma la tragedia è enorme per tutti quelli che lavoravano nelle città in aziende private e nel commercio.


Noi, con varie raccolte e con la collaborazione della Caritas abbiamo già fatto 2 distribuzioni di aiuti. All’inizio non c’era nessuna clinica o ospedale che curasse i contagiati. Poi le cliniche di lusso hanno scoperto che ci si poteva guadagnare qualche cosa, cosi hanno incominciato a dare il trattamento. Ma per la povera gente non c’è nessuna possibilità. A casa con qualche medicina, qualcuno guarisce e qualcuno muore. Nelle città la situazione è molto grave. Ci sono contagiati quasi in ogni famiglia. Mi dovete scusare se questa volta non mando nessun disegno dei ragazzi, ma non funzionano le spedizioni.

Vi ringrazio infinitamente ancora per le vostre adozioni. Nonostante la crisi sono ancora tanti quelli che si prendono questo impegno.

Grazie davvero.
Padre Carlo

Giochi e serenità, solo una settimana prima del blocco
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